Oggi faccio 25 anni. Un quarto di secolo. 😥.
Tralasciando il numero tondo, penso che un nuovo capitolo sia alle porte. Ho da poco iniziato a lavorare, tra un mese avrò finito gli studi, non ho più la scusa del cervello non formato.
Voglio quindi cristallizzare nel tempo qualche cosa, piccola o grande, che ho imparato fino ad ora. Tra qualche anno potrò rileggere questa lista e, mi auguro, ridere di almeno qualche punto. Mark ci spiega perché:
Diamoci dentro.
A differenza di quanto credessi a 17 anni, è possibile svegliarsi presto (aka prima delle 11) senza odiare la Vita, l'Universo e Tutto Quanto. Basta vedere tanta luce la mattina, come spiega zio Huberman.
Dovrei guardare le stelle più spesso.
Anche persone competenti e di successo si mettono in dubbio. La “sindrome dell’impostore” non è una sindrome, ma un fenomeno piuttosto comune. Rilassati, Luca.
Posso, leggendo, accedere alla conoscenza accumulata da miliardi di altre persone. Sarebbe uno spreco non farlo.
Dovrei seguire i miei consigli più spesso.
Ciò che per anni è stato quello che mi dava un motivo per alzarmi la mattina, quello che occupava gran parte delle mie giornate, quello che ero certo avrei fatto finché sarei schiattato, può – tutto d’un tratto – smettere di esserlo. Strana cosa crescere.
In fin dei conti, aveva ragione la mia prof di italiano: ci si può divertire anche senza bere. Al che aggiungerei: se ho bisogno di bere per divertirmi, sono nel posto sbagliato con le persone sbagliate.
Sono una post-scimmia terrorizzata dal rifiuto. Ma non vivo più nel mondo in cui il rifiuto della mia tribù è una condanna a morte; vivo nel mondo in cui per fare qualcosa di vagamente importante devo superare una montagna di fallimenti e rifiuti non mortali.
Fortunatamente, posso convincere il mio cervello non solo ad accettare, ma ad andare in cerca di fallimenti e rifiuti.
La mia memoria autobiografica è pessima. Dovrei fare video/foto più spesso, o magari tenere un diario.
Per citare Yudkowsky, se la mia retina finisse nello stesso stato indipendentemente dalla luce che vi entra, sarei cieco. Così come sarei cieco se credessi qualcosa dogmaticamente – in modo indipendente da ciò che osservo e penso. Per poter vedere, devo rimanere aperto alla possibilità di cambiare idea.
Ho avuto terribilmente torto in passato su questioni che oggi reputo tra le più importanti al mondo; certamente ho tuttora torto su questioni che reputerò importanti in futuro.
Ogni dialogo, lettura e disaccordo sono opportunità per affinarmi le idee – e a volte, cambiarle radicalmente.
L’obiettivo non è vincere il dibattito, ma vedere il mondo più chiaramente.
La spiritualità non è incompatibile con una visione scientifica e razionale del mondo. Anzi, pare esserci molto da esplorare empiricamente nel panorama della coscienza.
“Cosa farò da grande” può essere la decisione eticamente più importante della mia vita. Vale la pena rifletterci.
I momenti più belli della vita e le connessioni più profonde esistono al di fuori della propria comfort zone. (Frase rubata ai ragazzi di Yes Theory, che hanno avuto un impatto notevole sul Luca adolescente.)
Durante ogni conversazione, l’altra persona ha qualcosa di affascinante da condividere. Il mio compito è cercarlo.
Siamo figlie e figli di una Natura Matrigna, di un Dio alieno, cieco e idiota.
Ma possiamo ribellarci, e migliorare le cose.
Dedicare il mio tempo a qualcosa implica non dedicarlo a tutto il resto. Anche non scegliere è una scelta, e probabilmente non la più saggia. Per quanto scomodo, essere consapevole dei trade off mi permette perlomeno di riflettere sulle mie priorità.
A proposito della non-saggezza di non scegliere consapevolmente come usare il mio tempo: miliardi di dollari e il lavoro di molte delle menti più brillanti al mondo vengono investiti per tenerci incollati agli schermi. È una guerra impari, da sopravvivere con mezzi altri che la forza di volontà.
Il mondo è più bello quando vado a dormire presto.
Sono incredibilmente fortunato ad essere nato in un paese ricco e, di conseguenza, sono incredibilmente ricco rispetto agli standard globali. Posso permettermi di condividere questa fortuna.
E anche qua, donare a un’iniziativa benefica implica non donare quei soldi a tutte le altre. Non potendo (ancora) risolvere tutti i problemi al mondo, ha senso concentrarsi su quelli più grandi, facilmente risolvibili, e più ignorati da altre persone. A proposito…
…Per festeggiare il mio compleanno, sto organizzando un fundraiser per aiutare i nostri coinquilini terrestri! Spero di raccogliere 1000 € per l’Animal Welfare Fund, e ogni donazione – anche piccola – conta. Raddoppierò le prime donazioni fino a un massimo di 500 €, quindi ogni contributo avrà il doppio dell’impatto!
Se ti fa piacere contribuire, puoi farlo seguendo questo link. Grazie di cuore!